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Genetica e freddo: perché alcuni soffrono più di altri?
Perché alcune persone sembrano immuni al freddo, mentre altre tremano non appena le temperature calano? La risposta potrebbe risiedere nei nostri geni.
Recenti studi hanno messo in luce il ruolo della genetica nella capacità di resistere alle basse temperature, svelando i meccanismi che rendono alcune persone più tolleranti al freddo. In particolare, c’è una variante genetica presente in alcuni individui potrebbe essere un'eredità evolutiva, sviluppata durante la migrazione dei nostri antenati verso climi più rigidi.
Il gene coinvolto
La chiave di questa resistenza sembra risiedere nel gene ACTN3, che influisce sul funzionamento dei muscoli scheletrici: una variante di questo gene determina l'assenza della proteina α-actinin-3 nelle fibre muscolari a contrazione veloce. Tali fibre, normalmente predisposte a sforzi intensi ma brevi, si affaticano rapidamente e la mancanza di questa proteina favorisce l’attivazione delle fibre a contrazione lenta, che sono più resistenti e capaci di generare calore in modo più efficiente.
Secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Human Genetics, circa il 20% della popolazione mondiale manca di questa proteina a causa di una mutazione genetica. I ricercatori hanno condotto esperimenti in cui uomini tra i 18 e i 40 anni sono stati esposti a temperature di 14°C. I risultati hanno mostrato che i soggetti privi di α-actinin-3 mantenevano una temperatura corporea più stabile grazie a un uso più efficiente dell'energia muscolare e alla produzione di calore senza dipendere troppo dai brividi.
Questo adattamento, sviluppatosi probabilmente durante l’evoluzione, offriva un vantaggio significativo ai nostri antenati che si trovavano a fronteggiare climi freddi. Tuttavia, spiega lo studio, nei giorni nostri, caratterizzati spesso da ambienti riscaldati e abbondanza di cibo, tale aspetto potrebbe contribuire a un maggiore rischio di patologie metaboliche come obesità e diabete.
Altri motivi che influenzano la percezione del freddo
Oltre alla genetica, anche altri fattori influenzano il modo in cui percepiamo il freddo. Tra questi, l’attività dell’ipotalamo, una struttura del cervello responsabile della regolazione della temperatura corporea: esso coordina l’attività della tiroide, modulando il metabolismo in base alle esigenze ambientali. Problemi a livello ipotalamico, di matrice genetica, ormonale o traumatica, possono alterare questa regolazione, causando una maggiore sensibilità al freddo.
In conclusione, è bene ricordare che anche il metabolismo, la composizione corporea e le condizioni di salute generale giocano un ruolo importante: un metabolismo lento o una bassa percentuale di massa muscolare possono ridurre la capacità del corpo di generare calore.
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